Salsedine in mostra dal 23/05/2024 al 28/06/2024
Roma 23 maggio 2024, la galleria Pavart inaugura la mostra personale “Salsedine” di Valeria Magini a cura di Velia Littera con testo critico di Fosco Vulicevic.
“Salsedine” è una mostra d’arte che celebra l’essenza del mare attraverso i lavori della
giovane artista Valeria Magini. Il pubblico è trasportato in un viaggio emozionante e
profondo tra le onde e le sfumature del mare. In questo scrigno di esperienze che
profumano di sale e libertà, l’artista offre una prospettiva unica e intima sulla vita vissuta
o immaginata, intrisa di emozioni, riflessioni e memorie.
La mostra raccoglie una serie di dipinti che catturano gli attimi più preziosi e fugaci
trascorsi a contatto con il mare. Ogni pennellata racconta una storia, ogni colore evoca un’emozione, trasportando chi osserva in mondi sconosciuti e familiari allo stesso
tempo. Saranno esposte, quindi, imponenti tele che abbracciano intere pareti a intime
miniature che richiedono uno sguardo ravvicinato per essere apprezzate appieno.
“Effettivamente nella maggior parte dei suoi quadri vi è racchiuso un piccolo momento
di struggente affetto verso gli esseri umani che popolano la sua vita e i suoi ricordi.
Sembra che le sue opere registrino o meglio ricreino quei momenti dove l’artista ha
provato una piccola stretta al cuore, un picco di emotività che denota ciò che per lei
è memorabile. Ci sorprendiamo a condividere l’emozione che lega l’artista a quel
momento, amiamo i suoi cari senza conoscerli, e insieme a lei ci ritroviamo a ripetere:
“Io esisto, io ho amato e ne vale la pena, ne vale la pena, ne vale la pena, ne vale la pena”, afferma lo storico dell’arte Fosco Vulicevic che ha anche scritto il testo critico
inserito nel catalogo della mostra.
“Ogni mio lavoro parte dal disegno e dallo studio di immagini di dipinti, fotografie,
fumetti o persone; osservo e rielaboro, esploro e indago il reale. Uso il colore a
campiture e successivamente stratifico, per ricreare corpi sinuosi e in movimento.
Cerco di immortalare attimi di vita in cui le emozioni sono protagoniste”, dichiara
l’artista Valeria Magini.
Salsedine e il testo dell’artista nel catalogo della mostra:
Seduta sulla battigia con i piedi accarezzati dalle timide onde del mattino, guardo con occhi sognanti le vele che sfilano a largo. Questa, la poesia del mare. Osservo e con gli occhi catturo il ricordo della salsedine, un odore e un sapore che sa di caldo, di silenzi, di vento, di estate.
La spiaggia è l’allestimento scenico di movimenti rallentati: persone che si strascinano accalorate sotto il sole o che rimangono immobili e sdraiate perse in chiacchiere leggere ed estive. Osservo chi legge, chi cammina per trovare il posto giusto dove mettere l’ombrellone, chi mangia e sorseggia vino bianco. In questa pigra calma, mi assale la fiacca e sento arrivare la necessità di un tuffo.
In acqua cambia tutto.
Sulla pelle sento la tensione che si fa manifestazione del mio essere. In acqua mi sento libera, me stessa. Vado a largo, nuoto nelle acque profonde e prendo l’ultima boccata d’aria prima di immergermi; mi spingo verso il fondale e ascolto il rumore del mare.
Trattengo il fiato più che posso e mi prendo una pausa, un momento per me.
C’è un ticchettio che si sente sott’acqua, scandisce i secondi di apnea. Il fondale e i suoi colori sbiaditi mi ricordano che sono un’ospite, un’aliena, in un ecosistema di cui faccio parte ma che non mi appartiene. Come appoggiati sulle rocce vedo i ricci affollati uno sull’altro, mentre negli anfratti degli scogli scorgo i polpi che si nascondono; provo a seguire le code di occhiate, perchie, sgombri o triglie che danzano al ritmo delle onde.
Devo respirare, così mi do una spinta verso l’alto e risalgo. Quell’istante in cui non sono ancora uscita dall’acqua ma so che a breve il mio viso farà capolino tra le onde e riprenderò fiato, è un attimo che custodisco nei miei ricordi; in quel preciso momento percepisco il contrasto della calma vissuta fino a poco prima insieme all’agitazione che la mancanza di ossigeno mi provoca. Mi sembra la metafora del mio essere, mi protendo in continuazione verso la vita con l’affanno di chi non ne comprende il motivo.
Riemergo e mi sento più forte.
Il mare di cui racconto è blu ed è il Mediterraneo, la mia casa, il mio luogo del cuore. Conosco le rocce sarde, levigate dal vento e custodi dei ricordi felici della mia infanzia; ci sono le rocce pugliese aguzze e che sono compagne di acque subito profonde. Racconto anche il mare della Maremma, dove ci sono scogli che ricordano i luoghi delle favole per bambini, posti in cui attendono le sirene. C’è il mare di Marettimo, isola in cui mi sono sentita innamorata più che mai, posto dove vorrei tornare per riguardare il mare dalla stessa prospettiva del faro.
Con i pastelli a olio e la magia di questi colori vividi provo a raccontare il ricordo dei riflessi del mare, cercando di riportare a miei occhi il mio memorabile.